Dati sul viaggio
Dettagli tecnici
Partenza : Civitanova Marche
Arrivo : Grosseto Marina
Tempo : 28 ore
Distanza : 340 Km
Dislivello positivo : 4.889 m
Tipologia di strade : 100 % Asfalto
Altre info
Natura e panorami : Bellissimi
DifficoltÃ
Fisica : Medio/Alta
Trovare alloggi : Bassa
Cibo ed acqua : Bassa
Officine e pezzi di ricambio : Bassa
Traffico : Medio
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- Italy coast to coast : Civitanova Marche – Grosseto Marina – 340 Km – 4.889 m D+
Italy coast to coast, un'avventura improvvisata
Era passato solo qualche giorno dalla mia prima omologazione da Randonneur Audax su una 300 chilometri e già il pensiero era rivolto alla prossima sfida, ero come al solito davanti al PC con la mappa aperta a pensare dove potessi recarmi per la prossima avventura ed improvvisamente mi viene in mente di attraversare l’Italia da costa a costa in modalità Ultracyclist visto che ultimamente se ne fa un gran parlare, penso così che era arrivato il momento di provare.
Alla fine il tentativo di fare il percorso senza pause ed in meno di 18 ore è svanito ai piedi dell’Amiata, a meno di 100 km dal traguardo, dove purtroppo ho gettato la spugna non per motivi fisici ma perchè non me la sentivo di salire sull’Amiata in solitaria durante la notte, considerando che ero un po stanco fisicamente dopo essermi letteralmente bruciato sotto il sole cocente di metà Agosto.
Partenza ore 05:00 del mattino
Ma partiamo dall’inizio ed esattamente dal Molo sud di Civitanova Marche dove io e la mia amata Paranautilus siamo a mille già alle 05:00 del mattino tirati a lucido per questa nuova sfida.
Come al solito parto sempre con il freno a mano tirato per paura di consumare troppe energie o di infiammare le ginocchia che sono il mio tallone d’Achille (almeno fino a qualche mese fà ), scaldo le gambe nelle campagne subito fuori Civitanova quando il sole non appare ancora all’orizzonte e mi sento molto rilassato ma allo stesso tempo carichissimo perchè anche se sarà una breve avventura non c’è niente al mondo in grado di darmi scariche di adrenalina così potenti tanto quanto salire su una bicicletta con le mie fantastiche borse da bikepacking.
Dopo un paio d’ore sono già a Tolentino dove effettuo la prima sosta nel bar della Piazza centrale, mando giù un caffè ed il solito pezzo di crostata con la marmellata che mi darà la carica almeno per l’ora successiva.
Appena fuori dalle porte della città sulla strada che porta sui Monti Sibillini incontro altri ciclisti che mi accompagneranno per almeno 1 ora, con cui faccio una piacevole chiacchierata e rispondo alle decine di domande che mi fanno incuriositi dall’allestimento della magica Paranautilus.
La pedalata prosegue tranquilla e senza troppa fatica avanzo verso Foligno, le salite non sono impegnative ma ci sono alcuni tratti che mi daranno filo da torcere poichè sono brevi ma con pendenze significative insomma è tutto un sali e scendi ma sicuramente non impegnativo come scalare le Dolomiti.
Arrivato a Foligno il caldo diventa insopportabile e tiro fuori anche l’asso dalla manica pensando bene di togliermi la maglia e mettermi a pedalare solo con la canottiera, decisione che mi costerà cara verso le 16:00 del pomeriggio quando mi accorgo che mi ero cotto la schiena e le spalle.
A Foligno mando giù un paninetto ed un altro caffè e si parte alla volta di Marsciano, a questo punto ho già macinato 150 km e quasi 2.000 MT. di dislivello, mi fermo in un chioschetto a bordo strada per recuperare un po di forze visto che il sole sta letteralmente esplodendo e mi sta togliendo gran parte delle energie.
Nella fornace del Parco Fluviale del Tevere
Superato Marsciano arriva la parte dura, che proprio non mi aspettavo visto che come al solito continuo imperterrito a non studiarmi le tracce per bene, e pago dazio dato che devo attraversare tutta la parte nord del Parco Fluviale del Tevere, una zona veramente poco abitata, tanto che vado in difficoltà a trovare acqua, infatti per più di 3 ore non incontro nè una macchina, nè un paese, nè una fontana e così che resto a secco sotto una temperatura ben oltre i 40 gradi.
A questo punto ho consumato veramente troppe risorse a causa di un errore veramente stupido, sperando che sia l’ultima volta, non affronterò mai più un giro del genere senza studiare bene la traccia che devo percorrere, arrivo comunque a Fabro dove cerco di recuperare velocemente bevendo una coca cola e mangiando un gelato acquistati nel piccolo bar del paese veramente poco fornito.
30 minuti di pausa e riparto alla volta di Ponticelli a pochi chilometri dal fantastico Monte Amiata, purtroppo sono le 6 di pomeriggio e complice la stanchezza accumulata nelle ore precedenti decido di fermarmi, preso dalla paura di salire sull’Amiata di notte con le poche forze che mi restano, la delusione è tanta poichè potevo tranquillamente farcela se solo non fossi rimasto senza acqua per tutto quel tempo, ma mi servirà di lezione per le prossime volte.
Prendo una stanza nell’albergo del paese e dormo qualche ora, ma alle 3 di notte mi sveglio incazzato nero pensando “Ma che cazzo ci faccio dentro questo letto quando invece dovresti stare in strada a pedalare, dai supera questa maledetta paura della notte e scendi in strada”.
Mi vesto in fretta, tiro fuori la lampada frontale ed inizio a pedalare alle 04:00 del mattino, le seguenti 2 ore saranno bellissime ed intense, due gruppi di cinghiali mi faranno compagnia per qualche metro mandando le pulsazioni oltre i 170 bpm in men che non si dica ed un cane pensa bene di inseguirmi per mandarmi più veloce e per questo lo ringrazio.
La mia prima notturna in solitaria
All’alba sono quasi in cima all’Amiata ed avvisto a bordo strada 6/7 cerbiatti che mi fissano con i loro occhioni giganteschi e questo è un momento fantastico che quasi mi commuove, rinvigorito da questo splendido incontro svalico l’Amiata e continuo ad attraversare tutta la Riserva Naturale del Pigelleto che è veramente bella.
Da quì in poi sarà tutta discesa fino a Grosseto, mi godo le ultime ore di pedalata ed immerso nei miei pensieri arrivo a Grosseto Marina riuscendo ad attraversare l’Italia da Est ad Ovest in 28 ore e qualche minuto, quella che doveva essere una corsa contro il tempo si è rivelata una splendida uscita in stile Randonneur che mi ha consentito di assaporare meglio l’odore dell’Appennino.
Si conclude così un’altra piccola avventura, diciamo un ottimo allenamento in vista del Tuscany Road del 23 settembre 2017 che rappresenta per me l’evento più importate di questa stagione dopo la Super Randonnèe delle Dolomiti.
- Bicicletta Focus Paralane in carbonio con copertoni Continental Grand Prix 4000 S II
- 2 borsette da manubrio (Stem bag) Lucy Rusjan
- 1 Saddle bag Lucy Rusjan
- 1 powerbank Anker da 5.000 mhA
- 1 Gps Garmin Edge 810
- GoPro hero5 session
- Luce frontale Led Lenser 350 Lumen
- Luce da manubrio Cateye 300 volt
- Luce posteriore See.Sense Icon Rear
- 2 borracce da 750 ml
- Integratori SIS GO Electrolyte circa 100 gr
- Tenda Vango blade 100 (Solo telo interno)
- Materassino Camp Essential Light
- 1 coperta isotermica
- Multitool Topeak
- 2 camere d’aria
- Fascette di plastica varie misure
- Mini pompa
- Toppe autoadesive per camere d’aria
- 1 falsa maglia
- Nastro americano
- Super Attak
- 1 Divisa Endura estiva con fondello FS260 Pro SL II
- Giubbino Castelli antivento
- Maglia lana Merino
- Canottiera castelli
- Bretelle e cavigliere catarifrangenti
- Casco e occhiali della Scott
- 1 berretto
- Scarpe Northwave Spider Plus 2
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